Così muore un italiano

24 gennaio 2008

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Ore 20.50 – E’ finita. Il governo Prodi è caduto. E’ crisi. Il Senato ha negato la fiducia al premier: 161 no e 156 sì. Andreotti non ha votato. Decisivi i “no” di Dini, Fisichella, Turigliatto e Mastella. Berlusconi e Fini chiedono di andare alle urne. La parola passa a Napolitano. L’opposizione brinda in Aula con lo spumante.


“Frocio, cesso, troia”

24 gennaio 2008

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Nel giorno delle dimissioni di Romano Prodi la galleria degli orrori d’Italia si arrichisce di una nuova imperdibile puntata. Nuccio Cusumano, senatore Udeur, si dissocia da Mastella e vota la fiducia al governo. Il “traditore” viene aggredito e ricoperto da insulti dal suo collega di partito Tommaso Barbato. Nella bolgia del Senato si percepiscono parole di stima: “Frocio, cesso, troia”. 

Il presidente Franco Marini è costretto a sospendere la seduta. Barbato intanto chiarisce il concetto apostrofando il collega di partito con un classico “pezzo di merda”. Il tutto accompagnato da (in rigoroso ordine): 1) corna 2) sputo in faccia 3) gesto della pistola. Cusumano piange, poi, colto da malore, viene portato via da Palazzo Madama in barella pochi minuti dopo. Tommaso Barbato fuori dall’aula viene intercettato dai cronisti: “Cusumano è un accattone”. Poi continua: “Questo Paese non risorgerà mai se ci sarà gente di merda a rappresentarlo”. Ora rileggete l’ultima frase.